Angelo Clemente Ghiotti: il più antico musicista livornese; una biografia avvolta nel mistero.

6 Feb 2024 | Autore: Scilla Lenzi, PERSONAGGI

Il famoso musicologo  Arnaldo Bonaventura (Livorno, 1862 – Firenze, 1952) nella sua pubblicazione “Musicisti livornesi” (Belforte, 1930) ci informa che, il primo musicista livornese probabilmente fu Padre Angelo Clemente Ghiotti, attivo tra il Cinquecento ed il Seicento.

Tuttavia la biografia di questo musicista è coperta da un velo di mistero perché poche sono le notizie biografiche e niente rimane delle sue opere. Si affaccia, dunque, subito un dubbio: sarà stato davvero un musicista di nascita livornese? Qual è il motivo per il quale si parla di questo musicista nel catalogo di Andrea Rossotto dedicato agli scrittori piemontesi “Syllabus scriptorum Pedemontii, seu de scriptoribus Pedemontanis” (1667), nel “Catalogo degli illustri scrittori di Casale e di tutto il Ducato di Monferrato” (1771) del Canonico Gioseffantonio Morano e nelle “Notizie storiche della città di Casale e del Monferrato” (1838) di Vincenzo De Conti?

Proviamo ad indagare. Andrea Rossotto scrive “Angelus Clemens Ghiottus ex Oppido Liburni” e subito si insinua il sospetto che il musicista potrebbe essere nato a Livorno Vercellese (oggi Livorno Ferraris). Tuttavia il Bonaventura, confrontandosi con il prof. Pietro Micheli, giunse alla conclusione che il Ghiotti fosse nato a Livorno in quanto “Oppido Liburni” si riferisce a fortezza o castello e “Castello” fu detta la nostra città, non quella omonima del Piemonte.

A conferma di questa ipotesi, il Morano nella sua pubblicazione scrive “Ghiotto Angelo Clemente del Borgo di Livorno…” e aggiunge che “vivea nel 1618” fornendoci notizie sul periodo storico. Non dimentichiamoci, inoltre, che Livorno fu elevata dal Granduca Ferdinando I dè Medici da castello a città il 19 marzo 1606.

Di Angelo Clemente Ghiotti sappiamo che fu ordinato frate dell’ordine eremitano di S. Agostino. Ci informa ancora il Rossotto: “…vir in musica esimius, quique cum per multos annos artem musicam docuisset, edit Vesperas, Missas, Motettos…” descrivendolo come un musicista esimio, dedito all’attività di insegnamento, che esercitò per molti anni, ed alla composizione. Fu infatti autore fecondo di musica sacra e “diede alla luce Tre libri di Vespri, Messe e Mottetti in Musica” come descrive il Morano.

Sicuramente Padre Ghiotti trascorse alcuni anni della sua vita in Piemonte in quanto si trasferì nel convento di S. Agostino di Casale Monferrato. Nelle “Notizie storiche della città di Casale e del Monferrato” di Vincenzo De Conti, si narra di un episodio della vita di Padre Ghiotti che lo vide implicato in alcune vicende politiche. Durante il 1654 nel Piemonte vi furono scontri tra francesi e spagnoli e fu in questo clima che Padre Ghiotti fu accusato da alcuni frati del suo ordine a Milano di aver commerciato con i francesi. Evidentemente queste accuse non ebbero seguito perché risultò che mentre i francesi facevano la ritirata, Padre Ghiotti ne avesse persuaso qualcuno a ritirarsi in casa del conte Federico Calori che aveva l’ordine di accettarli al servizio delle militanze spagnole per indebolire le forze francesi.

Ad ogni modo, nel mese di settembre, dopo quattro mesi che mancava, Padre Ghiotti fu ricondotto finalmente a Casale nel suo convento agostiniano. Possiamo quindi ipotizzare che dopo il periodo piemontese fosse tornato a Livorno, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.

Rossotto scrive “…Reliquit in sui nominis memoriam organum proprii constructum sumptibus in Templo Agostinianorum Liburni, ubi ipsuis corpus tumulatum est”, informandoci che Padre Ghiotti volle generosamente donare un organo, costruito a proprie spese, alla chiesa degli Agostiniani a Livorno, nella quale è sepolto. Il Bonaventura, durante le sue ricerche sulla storia musicale di Livorno, si recò nella chiesa degli Agostiniani sperando di rintracciare la tomba del musicista, ma ci informa che “al pari degli altri religiosi del tempo, anche il Ghiotti fu inumato nella tomba comune che è ai piedi dell’altar maggiore”.