Editrice il Quadrifoglio
Livorno nonstop
Mensile di Attualità-Arte e Spettacolo rigorosamente Livornese
Monumento ai Caduti
Nel 1921 l’A.N.C. (Associazione Nazionale Combattenti dal 1919 al 1946 e successivamente A.N.C.R. fino ai tempi odierni: Associazione Nazionale Combattenti e Reduci), fu promotrice del Comitato Cittadino che chiamava a raccolta tutti coloro che sentivano di lavorare di comune accordo per la costruzione di un monumento ai Caduti in armi nella difesa della Patria.
di Giovanni Bitossi

Nel 1921 l’A.N.C. (Associazione Nazionale Combattenti dal 1919 al 1946 e successivamente A.N.C.R. fino ai tempi odierni: Associazione Nazionale Combattenti e Reduci), fu promotrice del Comitato Cittadino che chiamava a raccolta tutti coloro che sentivano di lavorare di comune accordo per la costruzione di un monumento ai Caduti in armi nella difesa della Patria. Memoria di un periodo doloroso della vita nazionale e cittadina, quando i combattenti livornesi presero le armi per l’Onore della Patria. Giovani che fecero il giuramento d’Onore in modo imperituro agli italiani, rispondendo all’appello della Patria ed hanno combattuto aspramente e vinto, con senso del dovere compiuto in mezzo a inauditi sacrifici sui campi di battaglia.
In seno al Comitato Cittadino: il Comitato d’Onore composto da centodue alte cariche dello Stato, dai Presidi militari, Associazioni d’Arme e alte personalità cittadine (tutti i nominativi in possesso A.N.C.R. Livorno), del Comitato d’Onore e Comitato esecutivo maschile composto da tredici personalità e settanta consiglieri, dal Comitato d’Onore Femminile livornese composta da ottanta donne, dal Comitato esecutivo femminile composto da cinquantaquattro donne.
Furono fatti dagli artisti dieci bozzetti “Pro Monumento”. La Commissione riunitasi in data 3 gennaio 1922 ritenne meritevoli tre progetti denominati: “Ave Patria”, “Le due vedette” e “Il Piave non si passa”.
Fu scelto il progetto “Ave Patria” del livornese Mario Carlesi (1890-1968).
Questo quanto scritto dallo scultore nella presentazione alla Commissione del suo bozzetto:
Nel concepire il mio bozzetto per il Monumento ai caduti, mi è sembrato che, più che con una figurazione realistica, ma episodica, del Loro eroismo, Essi venissero meglio glorificati con l’esaltazione dell’Idea che, talvolta offuscata, ma nell’intimo sempre sentita, infiammò e sorresse i veterani del Carso e gli adolescenti del Piave nella prova suprema. Intendi l’Idea della necessità del nostro sacrificio per la grandezza della Patria. Poiché la Vittoria fu certo il coronamento del lungo martirio e dell’infinita sofferenza di tutto un popolo. Ma l’Idea che, nell’alterna vicenda della guerra, sorresse sempre i combattenti, e ci fece perciò degni della Vittoria, fu appunto il sentimento quasi religioso della nostra vanità di fronte all’eterna maestà della Patria.
Questo intesero o presentirono i combattenti, ed è questa
l’Idea che deve essere esaltata, a gloria dei Caduti e ad esempio delle generazioni future. Inspirato a questo concetto il mio lavoro intende perciò glorificare nei Caduti la necessità e la bellezza della morte per la Patria. Esso risulta in due parti, legate armonicamente dal simbolo della Gloria che corona l’Eroismo. Alla base sta un gruppo di Eroi che, per lo spirito che l’informa potrebbe chiamarsi dell’“Offerta Suprema”. Dritti e ignudi, quasi a significare la loro rinuncia a ogni bene terreno, gli Eroi sembrano vivere già una vita più che umana, nella luce raggiante dell’Eternità. Le braccia alzate brandiscono la corta daga romana, in atto di saluto e di giuramento; gli occhi morituri, già pieni d’infinito, specchiano forse lontano visioni di grandezza e di Gloria. E nel loro spirito se non sulle loro labbra è il saluto latino, non più al Cesare efimero, ma alla Deità Eterna e onnipresente: Ave Patria! In alto, sopra di essi, dritta sulla nuda colonna quadrata, la bianca e alata Vittoria reca tra le braccia i fasci del lauro trionfale. - Mario Carlesi
Le iscrizioni nel monumento sotto il gruppo degli Eroi furono dettate da Francesco Guerri. Quelli nella parte posteriore, sotto la corona dei mutilati e combattenti da Giovanni Marradi. Attorno al basamento: SVLLA TERRA SACRA DEL CARSO - AD INIZIATIVA DEI COMBATTENTI – COL BRONZO TOLTO AL NEMICO – PER SOTTOSCRIZIONE CITTADINA.
“Parla l’Eletto fra gli eroi:- Oh voi // fratelli nella
vita e nella morte, // benedite con me la cieca sorte. // Tutti pugnammo nella giusta guerra, // tutti cademmo per la nostra terra, // tutti ci ha coronati la vittoria… // Oh mamma, io non son morto… io son la Gloria”. - Giovanni Targioni Tozzetti.
La prima pietra posta sopra la terra benedetta dal sangue dei nostri martiri, che i mutilati si erano recati a raccogliere in pio pellegrinaggio sulle rocciose vette del Carso. Terra dei luoghi in cui più aspre e gloriose si combatterono le battaglie della nostra Guerra. Terra italiana purificata dell’onta nemica col sangue migliore dei nostri fratelli, riconsacrata dal sacrificio di innumerevoli Eroi.
Il monumento fu inaugurato il 15 giugno del 1924 alla presenza dei sovrani d'Italia.
In seguito, fu forgiata la medaglia commemorativa “Ave Patria”, incisa dallo stesso Mario Carlesi, medaglia oggi rarissima.
