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Emilio Gragnani, il direttore d’orchestra che sfidò a duello un giornalista che offese la memoria di Pietro Mascagni

Emilio Gragnani nacque a Livorno il 19 marzo 1900, figlio di Cesare Gragnani imprenditore cinematografico livornese. I Gragnani discendevano da una famiglia di musicisti e liutai presenti a Livorno fin dal Settecento ed Emilio fin da bambino mostrò particolare propensione per l’arte musicale.

Di Scilla Lenzi

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Emilio Gragnani nacque a Livorno il 19 marzo 1900, figlio di Cesare Gragnani imprenditore cinematografico livornese. I Gragnani discendevano da una famiglia di musicisti e liutai presenti a Livorno fin dal Settecento ed Emilio fin da bambino mostrò particolare propensione per l’arte musicale. Studiò pianoforte, composizione e direzione d’orchestra con Silio Taddei, già allievo di Pietro Mascagni, Guglielmo Cianetti ed il celebre Alberto Montanari. Per completare la sua formazione si trasferì a Milano dove studiò con Marco Enrico Bossi, Giacomo Orefice e Alberto D’Erasmo. Tornato a Livorno, Emilio iniziò a farsi conoscere come compositore partecipando a diversi concorsi in cui ebbe vari apprezzamenti.

Fu autore di opere teatrali (Ciò-Ciò, Nora e Dorina, Follie d’autunno, Le avventure di Pinocchio, Pierrot innamorato, White rose) poemi sinfonici (Il trionfo di Cenerentola, Notte di leggenda, La domenica delle Palme), musica vocale da camera e musica da film (Passaporto rosso, Aurora sul mare, Bertoldo Bertoldino e Cacasenno, Tutto finisce all’alba). Particolare risonanza ebbe la composizione Vendemmia idillio musicale in 3 atti su libretto di Eugenio Bettarini, rappresentata per la prima volta al Teatro Duse di Bologna il 23 marzo 1918, poi diffusa radiofonicamente nel 1934. Nel tempo però, per sua stessa ammissione, Emilio non si sentì di proseguire sulla strada della composizione e decise di dedicarsi agli studi musicologici.

Nel 1937 fondò l’Orchestra Labronica, un gruppo sinfonico con un organico di circa 60 elementi, che diresse continuativamente nei vari tea-

      tri cittadini. Scrive Emilio: “…quella Orchestra Labronica che, scaturita nel 1937 dal connubio fra il mio cervello e la mia spregiudicatezza, potè vivere un paio di anni mercé il volenteroso e disinteressato entusiasmo dei suoi componenti”.

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Con l’inizio degli eventi bellici, l’Orchestra Labronica si sciolse e solo a guerra finita, nell’ambito della ricostruzione della vita musicale livornese, fu ripristinata grazie ai superstiti della formazione originaria. L’organico dell’Orchestra però era stato decimato dalla guerra e, dunque, si rendeva necessario l’inserimento di nuovi orchestrali. Fu proprio in quel periodo che Emilio si ritrovò con i musicisti livornesi suoi coetanei dell’epoca, per discutere sulla possibilità di creare una scuola di musica che potesse formare i futuri orchestrali. Lo scambio di idee, la progettualità e l’entusiasmo di questi musicisti, tra i quali Cesare Chiti, Rodolfo Del Corona, Sirio Santucci e Salvatore Orlando, portarono negli anni alla nascita della Scuola Musicale “Pietro Mascagni” inaugurata il 18 gennaio 1953.

Emilio Gragnani fu anche critico musicale del Telegrafo ed in seguito del Tirreno. Fu uno dei primi musicologi livornesi e scrisse una pubblicazione intitolata “7 note per 300 anni” nella quale illustra i musicisti livornesi dal 1550 fino all’epoca in cui egli è vissuto.

Sposò Liana De Botton (1919-1997), pianista concertista fino agli anni Sessanta e docente titolare di pianoforte presso l’Istituto Musicale “Pietro Mascagni” dove, per alcuni anni, ricoprì anche il ruolo di Direttrice. Alla scuola di Liana De Botton-Gragnani si formarono pianisti di eccelso valore tra i quali

      Antonio Bacchelli e Ilio Barontini.

Mascagnano di fede, Emilio subì gli avvenimenti che seguirono alla morte del Maestro, arrivando a sfidare a duello il giornalista e comunista, Umberto Comi, nonché professore di lettere, il quale sulla Nazione del Popolo di Firenze aveva dichiarato che “sarebbe offendere i morti del Secondo Risorgimento italiano intitolare al nome di Mascagni anche una semplice strada di Livorno”. La sfida, svoltasi il 7 luglio 1951 nella Villa Orlando sul lago di Massaciuccoli, che fu sospesa dopo tre stoccate al braccio del Comi ed una al musicista, proseguì in Tribunale con una condanna per entrambi a tre mesi, risolta col pagamento di un’ammenda.

Autore di saggi e studi su Pietro Mascagni, Gragnani collaborò alla stesura del volume dedicato al compositore “Pietro Mascagni”, curato da Mario Morini per Casa Musicale Sonzogno e pubblicato a Milano nel 1964.

Emilio Gragnani morì all’età di 66 anni, il 13 giugno 1966. Alla Biblioteca dell’Istituto  ‘Pietro Mascagni’ di Livorno è conservato il “Fondo Emilio e Liana Gragnani”, compredente partiture, spartiti, volumi e fascicoli sciolti, a volte raccolti in faldoni, nonché la documentazione archivistica che copre un arco temporale dal Barocco agli anni ’60 del XX secolo.

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