Editrice il Quadrifoglio
Livorno nonstop
Mensile di Attualità-Arte e Spettacolo rigorosamente Livornese
Gli anni 70
A Livorno in Italia e nel mondo!

Il decennio cominciò male a Livorno con gravi incidenti a Camp Darby a seguito del licenziamento di duecento persone; per tre ore fu interrotta la linea ferroviaria , ma altri incidenti si verificarono lungo il canale dei Navicelli e la via Aurelia. Intanto il vecchio teatro Politeama, abbattuto nel 1968, lasciava il posto a un moderno edificio per uffici e abitazioni e a Sanremo scoppiò una polemica, al vetriolo, contro la canzone vincitrice del Festival nel 1970, Chi non lavora non fa l'amore, cantata da Adriano Celentano e dalla moglie Claudia Mori. I giovani, ma anche tanti lavoratori, contestarono le parole contro lo sciopero contenute nella canzone e quell'invocazione al "signor padrone" per avere un aumento di stipendio che avrebbe invogliato, finalmente, la moglie a fare l'amore. Celentano si beccò un bel "reazionario" e a Livorno anche tanti "scemo" e pure peggio. Molto più gradita la seconda classificata, La prima cosa bella, che cantarono I Ricchi e Poveri e Nicola Di Bari ed anche Eternità, quarta classificata, interpretata da I Camaleonti e Ornella Vanoni. I costumi stavano cambiando repentinamente. Molte giovani indossavano le mini gonne e i pantaloni attillati. Le donne, che erano state desiderate sessualmente per secoli, dissero a chiare lettere di essere desideranti ... da sempre. Una rivoluzione culturale! La bella Brigitte Bardot diceva: "Il mio sport? Per tenermi in forma faccio l'amore!". Ma anche i figli dei fiori, che avevano abbracciato la rivoluzione sessuale e, ahimè, l'uso di stupefacenti, dicevano: "Fate l 'amore non la guerra! ", così come "Mettete dei fiori nei vostri cannoni". La musica, con ancor più forza che alla fine degli anni sessanta, cominciò a far "pensare" e diventò la colonna sonora della contestazione. Dall'università di Berkeley e da Woodstock fino a Londra, da Parigi a Berlino fu un coro: "vogliamo il mondo e lo vogliamo adesso" e "vietato vietare".

Sull' onda della contestazione tanti giovani se ne andarono in una 500 scassata o a piedi, con un sacco a pelo, a giro per il mondo alla ricerca di altre realtà, a conoscere altri modi di vivere, inseguendo un mondo migliore dove la parola uguaglianza non facesse paura. Anche a Livorno ci furono giovani che andarono a dormire sotto le stelle per voglia di andare via, di conoscere_ Ritornarono con tante facce nella memoria, an-icchiti culturalmente certo e molti di loro con minori certezze riguardo alla possibilità di realizzare una società più giusta, come la pensavano. La verginità femminile, è chiaro, non era più un valore ed in quegli anni nacquero la legge sul divorzio, sull'aborto e l'abbassamento della maggiore età a 18 anni.
Nel caleidoscopio di Livorno si avvicendavano, in mille sfaccettature, il Luna Park alla Terrazza Mascagni con i fuochi artificiali, le corse dei cavalli al Caprilli con cornice di tanta eleganza, il Santuario di Montenero e le ribotte, le feste dell'Unitàprovinciali e rionali, il Premio di Pittura Rotonda, il palio marinaro, le spiagge prese d'assalto d'estate, i filobus e gli autobus stipati nelle ore di punta all'uscita dalle scuole, la baracchina del Nencini con tutti i bruciaioli al mattino, il ciuchino sul Voltone, la colonnina dei cinema in piazza Cavour, il chiosco Balloni, con la famosa bandiera amaranto che sventolava sul pennone più alto in caso di vittoria e pareggio (fuori casa) del Livorno, con i risultati delle partite di calcio e con Il Giornalino, fresco fresco, la domenica sera a tempo di record, la fiera di S. Antonino, piazza Cavallotti con i barroccini, le passeggiate lungomare, i ponci del Civili, il cacciucco e il cinque e cinque, la festa dei baccelli o della fave, come preferite, a Salviano ecc. La Venezia era ancora in condizioni disperate con pochi edifici recuperati dai privati e a metà 1974 si tenne a Palazzo Granducale un assemblea popolare "Per la rinascita della Venezia" indetta dal Consiglio di quartiere. Nel '73, dopo lunga gestazione, vide la luce il mercato ittico con quella forma a pagoda che doveva ricordare le reti dei pescatori ad asciugare, ma che i livornesi giudicarono perentoriamente un cazzotto in un occhio. Di recente, un'artista, Libera Capezzone ha voluto dare vita a quella struttura fatiscente dipingendo sul tetto una sardina, opera di Street Art che ha titolato "Lische, Squame Coda Amore, Libertà" (vedi ampio servizio sul-numero dello scorso agosto-di LIVORNOnonstop ).

Nel '75 la Camera di Commercio, con un intervento edilizio apprezzabilissimo, recuperò l'edificio alle spalle della costruzione bassa per riunire tutte gli uffici camerali. E mentre i Rolling Stones e, con un "pensiero" diverso, i Beatles imperversavano tra i giovani, la pasticceria Gnesi, in Borgo S. Jacopo, continuava a sfornare millefoglie da capogiro. "Dai una pasta al bimbo! " era la frase che sentivi sempre quando qualche bambino aspettava il proprio turno, dietro il banco, insieme al genitore o nonno. La TV, che cominciò a trasmettere a colori, imperversava con le Canzonissime, i giochi a quiz e gli sceneggiati. Come non ricordare il segno del comando diretto da Daniele D'Anza, Le avventure di Pinocchio di Luigi Comencini, Gesù di Nazareth diretto da Franco Zeffirelli, ma anche I fratelli Karamazov, Madame Bovari Sandokan con Kabir Bedi ecc.? E per andare sul genere "leggero" chi non ricorda Happy days, con Fon-zie? Un successo strepitoso. I canali nazionali erano due ma si ricevevano anche le trasmissioni di Montecarlo, Capodistria e della Svizzera. A Livorno nacquero Teletirreno 1 (TT1) e Radiotelevisione Libera (TVL) ed era piacevole vedere le nostre strade e piazze le quali, riprese con inquadrature azzeccate, ci mostravano scorci e angoli che ci facevano dire: "Ma com' è bella Livorno!". Ci fu anche una contestazione delle femministe livornesi quando andò in onda uno spogliarello. Già, erano gli anni della contestazione come ho già detto! Gian Maria Volontè che aveva avuto gran successo con il genere western all'italiana (Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più ecc.) passò al genere impegnato ed ecco "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto", poi "Sacco e Vanzetti" quindi "La classe operaia va in paradiso". Per altissimo valore artistico venne dissequestrato "Portiere di notte" di Liliana Cavani con Dirk Bogarde e Charlotte Rampling. Ma enorme successo di cassetta fecero registrare film come Love story, Jesus Christ Superstar, Arancia meccanica, Il padrino, La febbre del sabato sera, Lo squalo, Ultimo tango a Parigi, Guerre stella" La stangata ecc. E come non ricordare L'esorcista dove si narrava la storia di Regan, ragazzina "posseduta", che causò malori in sala, anche a Livorno, durante la proiezione e tante notti insonni!
in più ecc.) passò al genere impegnato ed ecco "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto", poi "Sacco e Vanzetti" quindi "La classe operaia va in paradiso". Per altissimo valore artistico venne dissequestrato "Portiere di notte" di Liliana Cavani con Dirk Bogarde e Charlotte Rampling. Ma enorme successo di cassetta fecero registrare film come Love story, Jesus Christ Superstar, Arancia meccanica, Il padrino, La febbre del sabato sera, Lo squalo, Ultimo tango a Parigi, Guerre stella" La stangata ecc. E come non ricordare L'esorcista dove si narrava la storia di Regan, ragazzina "posseduta", che causò malori in sala, anche a Livorno, durante la proiezione e tante notti insonni! In Italia e a Livorno crebbero le separazioni tra coniugi e coppie di fatto e i figli cominciarono a fare la valigetta il sabato sera. Quale lettino preferirono, quello della casa di mamma o della casa di babbo? I più fortunati, quindi una minoranza, poterono continuare a frequentare assiduamente i nonni di entrambe le parti (di mamma e di babbo). Insomma, si parlava tanto di uguaglianza sociale in quegli anni, ma poi anche nel ristretto ambito familiare l'uguaglianza tra genitori e/o nonni si rivelò difficile da realizzare. Il venerdì tutti in via Galilei al mercatino dei Riseccoli (inaugurato il 3 giugno 1955) dove trovavi roba buona, garantito, e così fu per tutti gli anni settanta, poi fu trasferito in via Trieste, ma lì stette poco perché trovò nuova collocazione in via dei Pensieri. Il mercatino americano di piazza XX Settembre andava ancora alla grande in quegli anni e non aveva nulla da invidiare a quello dei Riseccoli, poi fu trasferito in via della Cinta Esterna. Ci sono voci di un ritorno in piazza XX Settembre. Mah! Siccome il genere di commercio che rese famoso il mercatino non è realizzabile e poi, oggi, on line si compra tutto, posso suggerire, sommessamente, di lasciare il Canapone in santa pace?

