Ilenia Pellegrini e le “Bimbe in rosa”.

27 Feb 2024 | Autore: Stefania D'Echabur, SPORT

IleniaPellegrini è un’amica del tempo: con questa bella creatura ab­biamo intrecciato ritagli di vita, un vissuto ascoltato e con­diviso, con lei e la sua fami­glia è stato sempre come un grande abbraccio. Affetto e stima, personalmente in si­lenzio ho ammirato come madre e figlia si sono sem­pre rialzate dopo ogni cadu­ta.

Dentro al tempo ci siamo al­lontanate e ritrovate, con Ile­nia e Ombretta, la mamma, abbiamo gioito e ci siamo guardate a fondo negli oc­chi quando dovevamo dire una semplice parola: forza! Quella forza che sanno tro­vare le donne nei momenti

drammatici della vita. Le ho ammirate in silenzio senza sa­pere che un giorno il loro esempio mi sarebbe stato mol­to utile.

Poi, quasi per caso, attraver­so Facebook, anche se sape­vo che Ilenia aveva ripreso la sua pagaia in mano, leggo at­traverso un’amica comune, Maria Rosaria Sponsilli di un progetto onorevole che la coinvolge, “Canoa in rosa”. Da qui ci siamo attivate per fare la nostra intervista perché è così che nascono le cose belle, un po’ per caso, ma con la fermezza e la volontà di farle viaggiare.

Ilenia Pellegrini, è nata a Li­vorno il 16 febbraio del ’76, è istruttore di Canoa Kayak presso Canoa Club Livorno e “Bimbe in rosa” nasce per vo­lontà sua e del Presidente Ales­sandro Pagni.

Come è partito questo progetto e con chi?

In Italia il progetto del “Dragone”, o Dragon boat, canoa a ventidue posti, l’hanno portato, alcuni anni fa, il nostro presidente federale Buonfiglio insieme al professor Umberto Vero­nesi. In varie città è già una realtà forte, qui è nato per caso dietro ad una mia rifles­sione: “Io, istruttrice, che sono passata da un cancro al seno, dove è studiato che il movimento della pagaia del dragone è salutare per la mu­scolatura e altro, dopo un in­tervento, devo fare qualco­sa. Come è possibile che nel­la nostra città non sia attivo il Dragone? ” . E così, insie­me a me si sono attivate di­verse realtà per fare partire il progetto: Maria Rosaria Sponsilli, Associazione Li­vorno Donna, donne oncolo­giche, Associazione AFA, ginnastica rieducativa, Dott. Mintrone. Le iscrizioni ad oggi dopo due mesi, sono a circa venti donne che seguo­no gli allenamenti.

Chi può partecipare e a chi sono aperte le iscrizioni di “Bimbe in Rosa”?

Il dragone “Bimbe in Rosa” nasce con un fine ben preci­so, ma possono essere al no­stro fianco anche altre don­ne, persone che hanno voglia di mettersi in gioco.

Quanti allenamenti e di qua­le durata sono previsti alla set­timana?

Due volte la settimana, le pri­me volte l’allenamento pre­vede circa venti minuti, una volta appurato che tutto va bene, sotto lo stretto control­lo dell’oncologo si può sere­namente fare l’ora canonica di uno sportivo.

Qual è il messaggio che Ca­noa Club Livorno vuole fare arrivare?

Un messaggio importante: con il “TUMORE” non è che siamo spacciati, anzi si atti­vano forze ed energie a noi prima sconosciute, energie nel nostro caso convogliate in uno sport di gruppo, dove si lavora, ma si ride e la di­versità non esiste.

Il tuo ruolo specifico, e dimmi… (anche se molti già lo sanno) come ti sei avvicinata a questo sport?

Sono allenatrice e dopo la malattia , che mi ha costret­to a fermarmi per un paio di anni, ho ripreso in mano la pagaia grazie al mio allena­tore Roberto Sardi (quando mi hanno operato era fuori ad aspettare). Senza bisogno di psicologi ho ritrovato un equilibrio grazie ad una cosa che mi ha dato gioia, stimo­lo e la padronanza del mio corpo.

L’avvicinamento alla canoa invece risale all ’86, in quan­to ex atleta, vincitrice di vari premi, Campionessa d’Italia, nonché partecipante (e qui Ilenia mi fa sudare sette ca­micie per il pudore di raccon­tarsi) per la Nazionale Ita­liana Canoa nel Mondo. Quarti premi a Milano, Olanda, Germania, Cecoslo­vacchia…

Vorrei tu entrassi un poco di più nel dettaglio dei risul­tati che arrivano praticando “Canoa in Rosa”.

Le nostre donne sono gasate, scaricano attraverso lo sport adrenalina e tensione. Trova­no una fonte di relax. Si atti­va il sorriso su tutto, dissa­crando i cambiamenti del pro­prio aspetto. La mia prima “Donna in Rosa” si chiama Rosanna, settanta anni, con uno spirito di una bimba di venti, un esempio per tutte, la nostra mascotte! Questi i risultati psicologici. Per quanto riguarda quelli fisi­ci: dopo l’intervento al seno per esempio, il braccio tira, con l’attività fisica il musco­lo si scioglie e si riconquista tutta la padronanza; sembra un controsenso, ma con il ri­scaldamento prima e lo stretching dopo il lavoro è completo e ottimale. Si usa­no le gambe, le spalle, gli addominali, aiutando a limi­tare e anche a perdere quei chili di troppo che inevitabil­mente arrivano coi medicina­li, e sentire il nostro corpo tonico vuol dire portare quei chili in modo diverso. L’entusiasmo e la passione di Ilenia sono contagiosi, la nostra chiacchierata sta per concludersi senza però pri­ma, dare un recapito, per dare la possibilità a chi lo voglia di potersi avvicinare e sperimen­tare di persona i benefici del­lo sport e dello stare insieme. Potete contattare la segrete­ria attraverso FB, “Canoa Club Livorno”.

Ringrazio di cuore Ilenia per questa bella testimonianza e tutte le persone che si inte­ressano di “Donne in Rosa”. La vita spesso fa strani gio­chi e la “malattia” capita. Ca­pita che senza un perché ar­riva e toglie serenità, porta sofferenza. Ma capita anche, per motivi sconosciuti che si attivi una grande forza: viene abbandonata la parola ingiu­stizia, bandito lamentarsi per affrontare la battaglia con un sorriso: la migliore arma per vincere!