La statua di Anita Garibaldi e qui sampietrini storici.

14 Feb 2024 | Autore: Annalisa Gemmi, IN EVIDENZA, IN PRIMO PIANO, MUSICA E ARTE

Se questo mese vi narriamo la storia della statua di Anita Garibaldi è merito di una rinomata pizzeria situata nel quartiere della Venezia dove nei suoi menù, tra una pagina e l’altra, si trova un’immagine in bianco e nero della famosa statua con accanto una breve didascalia che ci ricorda della sua misteriosa scomparsa da Livorno.

Anita Garibaldi nacque il 30 agosto del 1821 vicino alla città di Laguna, all’estremo Sud del Brasile, che insieme al marito, Giuseppe Garibaldi, incarnò un ideale di libertà tanto in Italia quanto in America Latina, per questo fu soprannominata “l’eroina dei due mondi”.

La statua dedicata ad Anita Garibaldi (foto 1) fu inaugurata a Livorno il 25 agosto del 1889, lo stesso giorno in cui, contemporaneamente, venne inaugurata la statua a Giuseppe Garibaldi realizzata dal celebre Augusto Rivalta.

Il monumento di Anita Garibaldi fu collocato di fronte alla Chiesa di San Ferdinando, una incantevole e suggestiva statua in gesso o creta realizzata dallo scultore Salvadori. Nella foto si possono ammirare le numerose corone e alcune persone accorse personalmente per depositare il loro personale omaggio, un giorno di festa per tutta la nostra città.

D’improvviso però qualcosa cambiò: tra i cittadini e gli amministratori nacquero dei malumori e con il passare del tempo, forse, furono prese delle decisioni drastiche che ebbero come conseguenza lo spostamento e la successiva scomparsa della statua ad Anita.

Sul perché la statua venne rimossa l’unica testimonianza che abbiamo trovato è quella dello storico Otello Chelli che sul sito “Il Ruspante” racconta “…Quando il potere di Padre Giovan Battista Saglietto, (nel riquadro) parroco della chiesa di San Ferdinando, fu al culmine…

egli ottenne dal re che la statua di Anita venisse rimossa, perché si trovava di fronte a “Crocetta”… Si svolse una battaglia notevole del rione contro questa decisione, poi si arrivò ad un compromesso: la statua sarebbe stata spostata sull’Erta degli Arrisi’atori con lo sguardo al rione garibaldino. Passò il tempo, i garibaldini se ne andarono uno ad uno, la miseria mordeva le budella alla gente e piano piano tutto finì nel dimenticatoio…”.

Fin qui la testimonianza del buon Otello, che sicuramente ha il sapore di una storia vissuta e tramandata nei racconti familiari.

A completamento della nostra indagine decidiamo di intervistare Massimo Signorini, Presidente dell’Associazione Accademia degli Avvalorati, valoroso musicista e impeccabile appassionato di storia. Che Massimo sia innamorato della sua città lo si capisce dalle sue parole, e dal tempo che trascorre a cercare conferme e verità per portare alla luce storie e aneddoti. Ci spiega che i documenti in fase di studio e ricerca relativi alla statua di Anita non possono, giustamente, essere divulgati ma ci tiene però a raccontare un’altra verità che si lega alla storia di questi giorni.

La pavimentazione in cubetti di porfido (vedi foto 2), che è emersa durante i lavori di riapertura dell’antico fosso del viale Caprera, risalenti al 1889, fu realizzata proprio per valorizzare la statua in onore di Anita Garibaldi.

Non solo, con la sua Associazione, Massimo sta portando avanti il progetto di ricostruire fedelmente la statua dell’“eroina dei due mondi” proprio per ridare vita ad un “pezzo” di storia tutta livornese.