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Editrice il Quadrifoglio
Livorno nonstop
Mensile di Attualità-Arte e Spettacolo rigorosamente Livornese
Liceo scientifico F. Cecioni
Scuola che ha iniziato il suo primo anno scolastico nel 1972

A seguito dell’esplosione delle iscrizioni, il II Liceo Scientifico di Livorno iniziò l’attività con l’a.s. 1972/73 e di lì a breve prese il nome del matematico livornese Francesco Cecioni (1882-1968), le cui spoglie riposano nel cimitero di S. Giulia.
La prima sede fu in via Crispi e il primo preside il prof. Ugo Spadoni che poco dopo passò all’Università di Pisa. Quando giunse alla presidenza il prof. Luciano Castelli, si volle caratterizzare la scuola dando una connotazione nuova, sperimentale al corso di studi, differenziandolo dal Liceo Enriques per dare opportunità diverse ai giovani. Molti docenti avvertivano l’inadeguatezza dell’offerta formativa liceale e si resero promotori di una sperimentazione autonoma. Ciò fu possibile perché i decreti delegati sulla scuola consentivano ai collegi dei docenti di ristrutturare i programmi scolastici dando inizio a sperimentazioni didattiche. A Livorno la prima scuola che avviò una riforma del sistema didattico fu il II Liceo Scientifico, dapprima concentrandosi sul biennio, poi sul triennio.
Lo scrivente, nell’esame sulle origini delle scuole livornesi, non si è soffermato sugli ordinamenti didattici, i regolamenti, cambiamenti di orari e di insegnamenti perché non sempre interessanti, ma per parlare del Liceo Cecioni è necessario soffermarci anche su questi aspetti perché, almeno nei primi anni di vita, hanno rappresentato un caso unico a Livorno dal quale non si può prescindere.
Innanzi tutto furono introdotte materie opzionali per cui giovani di classi diverse si trovavano insieme, per alcune ore settimanali, per seguire l’insegnamento. Materie nuove come la seconda lingua straniera, il greco, il laboratorio di chimica-fisica-biologia, i complementi di matematica e disegno. Dopo il biennio, così profondamente modificato, lo studente poteva proseguire gli studi nei tre indirizzi previsti dalla scuola, scientifico, classico e linguistico, oppure iscriversi in altri corsi di studi cittadini. Dopo la riforma del biennio si pose mano alla riforma del triennio dove furono previsti i seguenti indirizzi: linguistico, fisico-matematico, chimico-biologico, socio pedagogico ed artistico.
Nel 1978, con apposita autorizzazione ministeriale, nacque l’indirizzo musicale previo accordo tra Luciano Castelli (preside del Liceo)
e Guido Torrigiani (direttore dell’Istituto Musicale Mascagni), ma giunti ai primi esami di maturità il Ministero della P.I. volle la chiusura delle iscrizioni, consentendo di andare avanti negli studi solo agli alunni già registrati negli anni precedenti.
Il preside Castelli, che fu l’anima di queste sperimentazioni, unitamente al collegio dei docenti, fu posto in quiescenza, per raggiunti limiti di età, con l’a.s. 1985/86 e a lui succedettero Luigi Rivieccio e Andrea Orsini. Le iscrizioni, in continuo aumento, portarono la scuola a occupare varie sedi, oltre a quella in via Crispi: la sede di piazza Vigo, il Paradisino, i Gesuiti, S. Anna. Finalmente nel 1986/87 il Liceo Cecioni trovò sistemazione definitiva in via Galileo Galilei, in un’ala dell’ex Pascoli.

Ancora oggi il collegio dei docenti prosegue nella sperimentazione didattica mantenendo i cinque corsi di studio: artistico, linguistico, scientifico, scientifico con opzione scienze applicate e delle scienze umane.
L’attuale dirigente scolastico è Giuseppe De Puri. Tra i docenti della scuola, gli studenti ricordano Eleonora Chiti, Luca Chiti, Giorgio Mandalis, così come le professoresse Consaga, Roffi, Scardigli e i professori Bracci, Nesti, Evangelisti, Gigli ecc.
Paolo Virzì (nel riquadro) dopo aver frequentato con ottimi risultati tre anni di Liceo Classico (la scuola dei “fighetti”, scriverà più tardi) decise di trasferirsi al “più proletario” Liceo Cecioni, indirizzo socio-pedagogico, allora in via Crispi; ha frequentato la scuola anche il video maker concittadino Marco Sisi, che in verità, come detto nella precedente puntata, è stato studente anche all’Enriques.
Fonti: Il Tirreno.
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