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Livorno si fa più bella grazie a privati cittadini e club

Due importanti iniziative si sono registrate nei primi giorni dell’anno nuovo per dare un contributo al decoro della città. Iniziative ancora più lodevoli perchè portate avanti da un privato e un club cittadino. Ci riferiamo a Enrico Fernandez Affricano, che ha provveduto al restauro della fontana monumentale “Leda e il cigno” di Villa Fabbricotti e al Rotary Club Livorno ‘Mascagni’ che ha fatto piantare venti palme in piazza del Pamiglione.

di Bruno Damari

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Due importanti iniziative si sono registrate nei primi giorni dell’anno nuovo per dare un contributo al decoro della città. Iniziative ancora più lodevoli perchè portate avanti da un privato e un club cittadino. Ci riferiamo a Enrico Fernandez Affricano, che ha provveduto al restauro della fontana monumentale “Leda e il cigno” di Villa Fabbricotti e al Rotary Club Livorno ‘Mascagni’ che ha fatto piantare venti palme in piazza del Pamiglione.

Ma andiamo per ordine.

Enrico Fernandez è un nome noto e da sempre apprezzato sia nel mondo dell’imprenditoria che in quello sportivo. Da decenni porta avanti, nello stabilimento di via della Padula 249/255, l’Oleificio Intramark srl, società specializzata in “oli extra vergine di oliva aromatizzati”, leader nel settore con il suo marchio “Aromolio” che si è affermato sul mercato italiano ed estero. Da sempre innamorato dei colori amaranto, attuale presidente del Club Mario Magnozzi e già numero uno del Livorno dal 1984 al 1988, Fernandez si è reso protagonista la scorsa estate della rinascita del calcio cittadino dopo la fallimentare gestione degli ultimi due anni di Spinelli e delle varie cordate: il giorno 19 agosto scorso, difatti, davanti a un notaio, ha ceduto, a titolo gratuito, il marchio U.S. Livorno 1915, che in precedenza aveva registrato al Ministero dell’Industria, consentendo a Paolo Toccafondi, proprietario della neo costituita società, di usufruire dello storico marchio e di mantenere la continuità della storia dei colori amaranto.

Amante del Livorno e della città, Enrico Fernandez, con a fianco la moglie, signora Piera, ha voluto lasciare la sua impronta anche in un bene della collettività, accollandosi l’onere del recupero e del restauro della fontana in marmo “Leda e il Cigno”, che versava in pessime condizioni dopo decenni di abbandono, incuria e atti di vandalismo. Il Garden Club Livorno ha poi collaborato ad abbellire l’area circostante fornendo ghiaino e piante.

Opera di Luigi Brizzolara (Chiavari 1868 - Genova 1937), compiuta tra il 1920 e il 1930, originariamente il complesso scultoreo era incastonato nel muro perimetrale della Villa Attias, poi spostata, dopo il suo abbattimento, nel 1968 a Villa Fabbricotti: è composto da un corpo centrale e tre vasche sottostanti (una centrale e due, più piccole e identiche ai lati), poste a livello del terreno. Due corpi, maschile e femminile, fortemente arcuati ed uniti all’altezza del petto, afferrano ognuno con una mano, rispettivamente il becco e l’ala destra di un cigno. Questo sovrasta l’intera struttura tenendo le ali leggermente rialzate mentre uno sfondo anch’esso ad andamento curvilineo completa il gruppo scultoreo.

Per completezza di informazione, c’è da aggiungere che la fontana è priva dell’acqua zampillante.

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Passiamo al secondo evento, quello della piantumazione di venti nuove palme (della specie non soggette ad essere attaccate dal micidiale punteruolo rosso) avvenuta pochi giorni dopo in piazza del Pamiglione, tra il Palazzo dei Portuali, la Darsena medicea e la Fortezza Vecchia. Per la precisione sono state messe a dimora 6 Washingtonia Filifera, 14 Chamerops Humilis e alcuni arbusti di Pandanus che, già da ora, ma ancor più quando saranno cresciute (tipo quelle che ornano un filare di piazza Mazzini), offrono una visuale nuova e più accattivante in un punto nevralgico della città, sotto gli occhi di tutti, turisti compresi.

Venti piante così come sono venti gli anni del Rotary Club Livorno ‘Mascagni’ che si è fatto carico del dono “per festeggiare al meglio il compleanno della sua fondazione” come ha spiegato il presidente Vito Vannucci, ringraziando anche le due socie Adriana Corsi e Sveva Francesconi, tra le più attive a portare avanti la realizzazione del progetto.

L’iniziativa “verde” del Rotary Club Livorno ‘Mascagni’ fa peraltro seguito ad altri progetti già messi in atto dal sodalizio che sorto nel 2002 ha nel proprio statuto, ovvero incoraggiare e promuovere l’ideale di servizio come base delle iniziative benefiche. Ma è un discorso che vale anche per il Rotary Club Livorno, che del ‘Mascagni’ è stato il padrino, che si appresta addirittura a festeggiare il secolo di vita (è nato

      nel 1925 ed è tra i più anziani Club italiani), e per le varie Fondazioni cittadine (Livorno, Maurizio Caponi, Rosso come Pippo ecc.), che hanno nel loro dna temi nobili, come arte e cultura, educazione, studio, volontariato, salute ecc.

Rimanendo a ciò che è sotto gli occhi della cittadinanza, c’è da sottolineare, tra le iniziative recenti, anche il bell’aspetto che ha preso di recente il secolare Palazzo dell’SVS in via San Giovanni. Grazie al lascito testamentario della farmacista Lina Fargion, nel 2019 è stato effettuato il restauro della facciata, impreziosito da numerosi faretti che, appena cala l’imbrunire, rendono tutto l’immobile dalla visuale affascinante.

La dott.ssa Lina Fargion (1916-2009), con la sorella Maria Luisa (1914-1999), era titolare della Farmacia “Colline” di piazza Damiano Chiesa. Livornesi, di famiglia israelita, entrambe subirono le persecuzioni razziali, rimanendo nascoste per 6 anni in casa di contadini nel Senese, luogo dove si erano rifugiate. Brave scrittici, hanno anche lasciati alcuni testi che riprendono quelle brutte esperienze. Ancora vivo è il loro ricordo in tutto il quartiere di Colline dove le due dottoresse per decine di anni si sono fatte apprezzare sia per la loro professionalità nel portare avanti la farmacia che per la gentilezza e disponibilità verso tutti, clientela e non.

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Per la cronaca, il palazzo della Svs è stato costruito nel 1908 sul terreno donato dall’allora Ospedale di Sant’Antonio che sorgeva nell’attuale area del Palazzo del Governo. Da allora, salvo il periodo bellico dove la sede fu requisita prima dai fascisti poi dal comando alleato, la sede dell’Assistenza è stata sempre presidiata dai Militi Volontari pronti a partire per il soccorso. Il palazzo, disposto su tre piani, oltre al rifugio delle ambulanze nell’apposito garage, e agli uffici operativi e amministrativi, conserva, ai piani alti, un ampio archivio che fa parte anche della storia della città.

A proposito di recenti interventi che hanno abbellito il volto della città, dobbiamo citare anche le tre rotatorie che sono state “adottate” (che significa piantumazione e mantenimento del verde). Il Rotary Club Livorno si è distinto per aver allestito la zona verde della rotatoria dei Quattro Mori (giugno 2016); la Marradi Autoscuola quella di piazza Micheli, davanti all’Istituto Nautico (ottobre 2018), e infine, la famiglia Arpesani dello Chalet Rotonda che ha realizzato quella sul viale Italia, angolo via dei Pensieri (agosto 2020), in ricordo del figlio Filippo, tragicamente scomparso in un incidente stradale l’11 settembre 2018, a soli 18 anni.

Un altro giovane è stato ricordato, oltre che dai genitori Enrico e Luana, “dagli amici di piazza Cavallotti” con un arredo non di abbellimento ma un dispositivo medico che può tornare utile, e salvare la vita, a chi ne avesse bisogno: si tratta di un  DAE, defribillatore semiautomatico esterno (installato nel novembre 2020), in ricordo di Luca Maccanti, giovane commerciante di 23 anni, pure lui scomparso a causa di un incidente stradale nel 2006. Tutte iniziative recenti che sottolineamo con piacere (ma, per fortuna, in passato ce ne sono state molte altre) e che dovrebbero essere da esempio e, soprattutto, invogliare un maggior numero di cittadini a fare altrettanto. E lo stesso assessore alla Cultura, Simone Lenzi, al momento della inaugurazione della fontana monumentale “Leda e il cigno”, non si è certo tirato indietro nel mandarla a dire: “Davvero apprezzabili  questo gesto e questa sensibilità della famiglia Fernandez che si inscrive in quella nobile pratica per cui chi ha ottenuto grandi risultati nella vita “restituisce” qualcosa alla comunità nella quale è cresciuto. Pratica purtroppo poco frequentata dai livornesi. Speriamo dunque che il gesto del dottor Fernandez sia di esempio a tutti: il Comune da solo non può farcela”. Un (giusto) monito e una tiratina di orecchi per chi non vuol sentire.

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