Luca Dieci

6 Feb 2024 | Autore: Annalisa Gemmi, PERSONAGGI

Tale intervista si è svolta prima dell’emergenza Sanitaria, attualmente la manifestazione del Gay Pride, che era in programam per questo mese, è stata spostata a giugno del 2021.

Di seguito le domande che ho fatto a Luca, un ragazzo che con il suo sorriso e la sua trasparenza ci racconta di se e del suo team che lo segue con entusiasmo e grande orgoglio.

Luca, abbiamo appreso con gioia la notizia del Toscana Pride a Livorno, un successo per la nostra città ma anche per tutti i livornesi che credono e vivono nel rispetto delle scelte altrui. Qual é stata la tua prima sensazione ed emozione appena hai ricevuto tale notizia?

Con Arcigay Livorno, l’associazione di cui faccio parte e Agedo Toscana-Livorno abbiamo lavorato affinché questa opportunità si concretizzasse. Sono già diversi anni che siamo parte attiva del Comitato Toscana Pride e lavoriamo insieme alle 13 associazioni LGBTIQA+ che lo compongono, alla realizzazione dei Pride di Firenze, Arezzo, Siena e, ultimo in ordine di tempo, Pisa, che ha toccato la vetta delle 20 mila presenze. La nostra candidatura spontanea è stata accolta con entusiasmo e con l’applauso di tutta l’assemblea del Comitato. Rendersi conto che avremmo portato a a casa, il primo Pride della storia di Livorno. È stata una emozione fortissima che ci ha travolti, una enorme responsabilità che portiamo con gioia, perché abbiamo la sicurezza di avere al nostro fianco una squadra competente e instancabile come quella composta dagli attivisti e dalla attiviste del Toscana Pride.

Raccontaci di te, del tuo passato, delle tue soddisfazioni ma anche delle “battaglie”, se ce ne sono state, che hai dovuto affrontare nel corso degli anni.

Sono nato qui e ho capito di essere omosessuale molto presto. Ma crescere in questa città non è stato sempre facile. Livorno la “città aperta” che tutti amiamo con il suo mare sempre punto ad accogliere ciò che “non è conosciuto”, non è sempre stata pronta a parlare di tematiche legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Quando ero adolescente io, negli anni ’90, per un ragazzo gay sentirsi “sbagliato”, “solo”, “diverso”, era la norma. Forse è stata proprio quella sensazione di esclusione e di isolamento che ho vissuto, a spingermi a fare attivismo. Non volevo che nessuno si sentisse come mi sono sentito io. Così con un caro amico psicologo, ex collega universitario, il dott. Giacomo Pagani e con la psicologa Annalisa Bartoli , abbiamo avviato un progetto chiamato “Essere Tutt*”, uno sportello d’ascolto LGBTIQA+, avvicinandoci alle associazioni presenti sul territorio. In poco tempo, poi sono diventato consigliere di Arcigay trovando nelle ragazze e ragazzi dell’associazione la mia seconda famiglia, una squadra sempre pronta ad accogliere, che si rispetta e si difende lottando per un mondo più giusto e inclusivo.

Luca, cosa ti senti di voler dire alle tante persone che ti seguono e che sostengono?

Vorrei dire loro che a sostenerci nella battaglia per i diritti, dobbiamo essere tutte e tutti insieme. Io sono il portavoce di un Comitato che trae la sua forza dall’alleanza di associazioni che si battono per lo stesso obiettivo e da una piattaforma politica molto seria che ha la capacità di toccare i temi più importanti per la nostra comunità: dal riconoscimento dei bambini nelle famiglie Arcobaleno; alla modifica della legge 164 per le persone in transizione di genere. Quest’anno poi c’è un motivo in più per seguire e sostenere il Comitato Toscana Pride ed è quello della lotta all’odio e al linguaggio d’iodio! Faremo una bandiera di questa lotta, perché le cronache sono diventate bollettini di guerra, l’odio in generale e l’omo-lesbo-bi-tranfobia in particolare dilagano e non è più possibile stare in silenzio a guardare. I tempi sono maturi per una legge che non solo punisca ma soprattutto preveda percorsi culturali di prevenzione. Questa è una battaglia di civiltà che deve riguardare tutti e tutte. I diritti non sono e non devono diventare terreno di scontro, una legge contro l’omo-lesbo-bi-transofia dovrebbe trovare l’appoggio di tutte le forze politiche in campo, poiché i diritti, a differenza dei privilegi, dovrebbero unire e non dividere.

E cosa vorresti invece comunicare a chi ancora non crede o fa semplicemente fatica ad accettare altre forme di amore?

Tempo fa, in rete girava un frase che mi colpì molto: “I diritti sono come un raggio di sole: se io mi abbronzo a te non rubo niente!”. Ecco vorrei dire a chi fatica ad accettare tutte le forme di amore di venire al Pride per scoprire che c’è una comunità favolosa che non giudica e non lascia indietro nessuno e che tra colori, musica e allegria, lotta per avere cittadinanza piena. Il Pride spesso viene definito una carnevalata, ma non c’è niente di più errato, il carnevale è una festa in maschera, il Pride è l’unico giorno all’anno dove ogni membro della comunità LGBTIQA+ è libero di essere veramente se stesso senza alcuna maschera

Luca, concludi la tua intervista con un messaggio rivolto al tuo staff.

A tutto lo staff del Toscana Pride, i volontari e le volontarie delle varie associazioni che lavorano con passione, dedizione, attenzione, posso solo dire: “Grazie! Grazie per quello che siete e che fate,  perché questo mare di gioia color arcobaleno che ogni anno riuscite a far scorrere ci fa sognare di poter navigare verso un mondo migliore!”