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Rodolfo Del Corona, un musicista dai modi inglesi

Rodolfo Del Corona apparteneva ad una famiglia residente a Livorno fin dalla metà del ‘700. A soli sedici anni rimase orfano di padre e dovette collaborare all’andamento dell’azienda familiare dedita al commercio per l’industria tessile. Ciò, tuttavia, non gli impedì di continuare lo studio del pianoforte, che aveva intrapreso fin da piccolo, con Luisa Cognetti Michon, allieva di Franz Liszt, ed in seguito fu ammesso al Conservatorio di Firenze per studiare composizione sotto la guida del celebre Ildebrando Pizzetti.

Di Scilla Lenzi

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Rodolfo Del Corona apparteneva ad una famiglia residente a Livorno fin dalla metà del ‘700. A soli sedici anni rimase orfano di padre e dovette collaborare all’andamento dell’azienda familiare dedita al commercio per l’industria tessile. Ciò, tuttavia, non gli impedì di continuare lo studio del pianoforte, che aveva intrapreso fin da piccolo, con Luisa Cognetti Michon, allieva di Franz Liszt, ed in seguito fu ammesso al Conservatorio di Firenze per studiare composizione sotto la guida del celebre Ildebrando Pizzetti.

A Livorno Del Corona ebbe contatti con Pietro Mascagni il quale stimava il giovane musicista e amava tenerlo con se ascoltando le sue composizioni. Mascagni scherzosamente gli diceva di essere nato con un secolo di ritardo. Del Corona, di fatto, si considerava un suo allievo.

Terminati gli studi, Rodolfo si dedicò all’insegnamento e all’attività direttoriale che all’inizio della sua carriera svolse all’estero, trascorrendo quattro anni a Londra e due a Parigi. Tornato in Italia le sue composizioni vinsero primi premi in concorsi di prestigio e furono pubblicate da case editrici famose tra le quali Ricordi, Curci, Bèrben, Carisch. In quel periodo la collaborazione con l’amico scrittore Riccardo Marchi fruttò diversi lavori sinfonici e drammi radiofonici che la radio italiana aveva commissionato ai due artisti livornesi e che trasmise con successo. Negli anni ‘40 Del Corona partecipò alla vita musicale livornese dirigendo l’Orchestra Labronica e proseguendo un’intensa attività didattica di pianoforte, composizione, armonia e canto.

Dal 1945 scrisse come critico musicale sui quotidiani e periodici “La Gazzetta”, “Nuovo Corriere” e “Il Telegrafo”. E’ in quegli anni che, durante un concerto a Bologna, conobbe la pianista Itala Balestri, concertista affermata. Nonostante vi fossero diciassette anni di differenza, i due musicisti si sposarono nel 1944 e andarono ad abitare a Livorno, in una palazzina sul viale Marconi. Nel frattempo Itala continuò l’attività dei concerti ma iniziò anche un’intensa attività didattica all’Istituto musicale “Boccherini” di Lucca e con gli allievi privati.

Itala fu una grande ammiratrice e promotrice dei lavori del marito, il quale mostrava un carattere timido e riservato. Al contrario, la pianista possedeva una personalità brillante e forte, tanto che fu proprio lei a spingere Rodolfo a partecipare a numerosi Concorsi. Scrive Itala: “Le sue clamorose vittorie lo lasciavano quasi incredulo, felice quasi di riflesso, come se non fosse toccato a lui. Perché lui non componeva per mettersi in mostra o per gareggiare con gli altri; viveva la sua vita di musicista appartato, che per nessuna ragione al mondo sarebbe ricorso all’arrivismo, all’esibizionismo, o peggio ancora a ragioni politiche per emergere”.

Artista intimo e riservato, dai modi misurati e signorili, quasi inglesi, era allo stesso tempo sensibilissimo.

La produzione di Rodolfo Del Corona fu particolarmente prolifica di composizioni per pianoforte e di liriche per canto e pianoforte, tra le quali ricordiamo Sei liriche da Myricae su testo di Giovanni Pascoli; di composizioni per coro, orchestra e composizioni da camera. Alcune sue composizioni pianistiche furono prescelte dai grandi pianisti Alfred Cortot e Arturo Benedetti Michelangeli. Tra le opere teatrali il dramma lirico Giuliano de’ Medici, su libretto di Ugo Balestri, venne trasmesso da Radiouno il 21 novembre 1959, eseguito dal coro e dall’orchestra della Rai di Milano.

Negli ultimi anni della sua vita, a causa dell’acutizzarsi delle sofferenze fisiche, costretto su una sedia a rotelle, abbandonò ogni attività didattica o compositiva. Rodolfo morì il 24 ottobre 1978. In seguito, nel 1982, Itala Balestri fondò la scuola musicale “Rodolfo del Corona”, intitolata al marito e nata grazie alla collaborazione con il presidente dell’Associazione Mazziniana, l’avvocato Alessandro Andreini. Nel 1984 si costituì anche la Corale “Rodolfo Del Corona” attiva fino ad oggi. Inoltre Itala ideò il “Concorso Nazionale Biennale, per onorare la memoria del musicista livornese”: le edizioni furono però solo due, nel 1981 e nel 1983, a causa della sopraggiunta morte della vedova.

 

Biografia: Itala Balestri Del Corona: Rodolfo Del Corona visto dalla moglie, “La Canaviglia”, Bastogi, 1980

Giulia Palandri: Livorno e musica: Rodolfo Del Corona, Editrice «Il Quadrifoglio», maggio 2007.

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