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Fiorillo: cent’anni di appassionato lavoro e una gran bella storia di famiglia
È una gran bella storia quella che andiamo a raccontare, una storia di famiglia e di un’attività che è divenuta un caposaldo tra le società storiche della Livorno commerciale e produttiva. La ENRICO FIORILLO srl quest’anno festeggia con orgoglio il secolo di vita, un traguardo raggiunto grazie a quello spirito di sacrificio e attaccamento al lavoro che ha sempre contraddistinto tutti i componenti della famiglia, di generazione in generazione e che ha
consentito anche di superare enormi ostacoli e difficoltà soprattutto al momento dell’avvio.
Di Bruno Damari

È una gran bella storia quella che andiamo a raccontare, una storia di famiglia e di un’attività che è divenuta un caposaldo tra le società storiche della Livorno commerciale e produttiva. La ENRICO FIORILLO srl quest’anno festeggia con orgoglio il secolo di vita, un traguardo raggiunto grazie a quello spirito di sacrificio e attaccamento al lavoro che ha sempre contraddistinto tutti i componenti della famiglia, di generazione in generazione e che ha consentito anche di superare enormi ostacoli e difficoltà soprattutto al momento dell’avvio.
È la storia di Concetta Bosi, una donna eccezionale, vedova e madre di sette figli (Mario, Emma, Anna, Erminia, Rinaldo, Emilio e Piero), quasi tutti in tenera età, il più piccolo ancora in fase di allattamento, che dopo la scomparsa del marito, ha avuto il coraggio di prendere in mano la gestione dell’attività appena nata. Un evento che avrebbe annientato chiunque. Non è stato così per la signora Concetta che, dopo lo sgomento iniziale, si è armata di coraggio, si è rimboccata le maniche, e, senza piangersi addosso, si è calata nel doppio ruolo di mamma e di imprenditrice, divenendo un esempio e una grande forza per gli altri.
è la storia della Enrico Fiorillo srl che, ancora oggi, a distanza di cento anni, rappresenta un punto fermo nel settore delle forniture tecniche industriali e navali, non solo a livello locale ma anche nazionale.
Ma andiamo per ordine:
Enrico Fiorillo (classe 1877) era un uomo molto energico ed intraprendente. Lavorava come direttore di macchina sulle navi dove acquista molta esperienza. Quando decise che era arrivato il momento di rimanere a terra, anche se non troppo lontano dal mare, fu assunto dalla Centrale Elettrica di Livorno come responsabile del funzionamento delle caldaie e consulente per l’acquisto del materiale. Ben presto capì che sul posto non c’erano fornitori per materiali utili alle grandi industrie o alle navi e così decise di licenziarsi e mettersi in proprio come fornitore di tale materiale. Il 1° gennaio 1923 aprì la ditta e la sua intuizione si rivelò subito buona, l’inizio fu incoraggiante, la clientela non mancava, le commesse stavano aumentando e tutto procedeva per il meglio, secondo le previsioni del titolare.
Ma non aveva fatto i conti con un destino crudele: dopo appena un anno dall’apertura, all’età di 47 anni, Enrico morì improvvisamente a causa di un malore, lasciando nella tragedia più assoluta la moglie e i sette figli.
E qui inizia un’altra storia, incredibile e affascinante: la signora Concetta Bosi, dopo la disperazione dei primi giorni, prese decisamente in mano le redini della ditta, pur non conoscendone dinamiche e dettagli, in un ruolo, tra l’altro, ritenuto poco adatto per le donne. Ma non c’era tempo per pensare: si mise al banco a servire la clientela durante l’orario di lavoro e la sera, dopo aver messo a letto tutta la prole, si occupava degli ordini e della contabilità. Dal figlio più grande, Mario, allora ventiduenne, ebbe subito un grande aiuto. Poi, fu il turno degli altri fratelli che subentrarono, a loro volta, a lavorare a tempo pieno nella ditta: Emilio dopo aver frequentato l’Istituto Tecnico Industriale e Piero dopo la laurea in Ingegneria meccanica.
Il secondogenito maschio, Rinaldo, morì prematuramente poco più che ventenne, nel 1932, e fu un altro tragico evento per tutta la famiglia Fiorillo.
I tempi bui e i bombardamenti della seconda guerra mondiale bloccarono l’attività della Enrico Fiorillo S.r.l. ma al termine delle operazioni belliche, la signora Concetta, con a fianco i figli, si rimboccò di nuovo le maniche, per riprendere il cammino interrotto e dare ulteriore sviluppo alla società.



Concetta ha sempre vissuto in corso Mazzini 247, nello stesso palazzo sede dell’attività e del magazzino - un’elegante costruzione tra lo stile liberty e il barocco che ancora oggi si impone e fa bella figura fra tutti gli altri fabbricati della zona - suddiviso al piano terra dai locali aperti al pubblico e dalle ampie scaffalature della merce e pezzi di ricambio, e ai piani superiori, dagli uffici e dall’abitazione. Ed è qui che è scomparsa il 21 settembre 1974, all’età di 96 anni, ancora lucida nella mente e sempre pronta a dare consigli.
Quando si accorse di essere giunta alla fine della sua vita, pochi giorni prima di chiudere per sempre gli occhi, volle chiamare, uno alla volta, nella propria camera, figli e nipoti, per salutarli e congedarsi, lasciando a ciascuno le consegne per il buon andamento della società e consigli per la vita. Affrontò la morte con estrema serenità, come del resto aveva fatto in tutta la sua vita, pur con tutte le difficoltà che le aveva riservato.
Chiunque l’abbia conosciuta conserva di lei un ricordo profondo.
Gli arredi della signora Concetta sono conservati dai nipoti e pronipoti, così come il salotto anni venti posto nell’ampia sala riunioni (caratterizzata da bellissimi affreschi effettuati dai decoratori fiorentini agli inizi del 900), un gesto di estremo rispetto e amore, nel ricordo di una grande donna e imprenditrice. Non a caso nel 1972 ebbe anche il riconoscimento dalla Presidenza della Repubblica di Cavaliere del lavoro, una cosa non comune in quegli anni per le figure femminili.
Il suo esempio di vita, capace di trasformare il dolore in un’opportunità di amore più grande, di guardare in faccia l’abisso che si è aperto davanti senza precipitarvi, è citato, tra i quattro principali profili, e altri minori, nel libro “La donna che trasforma la morte in vita - Dalla vedovanza al servizio d’amore” di Barbara Carrai (edizioni Messaggero, 2019, Padova).
Le sorti della ENRICO FIORILLO srl dopo la scomparsa di Concetta Bosi non subirono sconvolgimenti anche perché la strada da percorrere era ormai già stata ben tracciata. I figli Mario (1902-1978), Emilio (1915-1987) e Piero (1919-2008), forti dell’esempio della madre, portarono avanti l’azienda con i soliti principi: attaccamento al lavoro, passione e tanto, tanto cuore. Ebbero poi il merito di estendere i propri affari anche su scala nazionale, grazie a quella continua e sempre più accurata specializzazione, non solo per quanto riguarda il rifornimento di materiali e articoli di prima qualità ma offrendo pure il supporto tecnico alle aziende, altro fiore all’occhiello della società livornese.
Dopo di loro, entrarono in scena i rispettivi figli componenti la terza generazione: Enrico (1926-2012), Luciano (1928-1987), Giovanni (1928-2013), Marcello (1939-2001) Roberto (1939-2014) e Marco (1956).
Oggi, che siamo alla quar-
ta generazione, è tutto in mano al presidente, e già citato, Marco Fiorillo, a Pierluigi (cl.1985) - Ceo del ramo interno Fiorillo Yacht Division - e a Benedetta (cl. 1967) in amministrazione.
Proprio Benedetta, nipote di Emilio e figlia di Roberto, ci ha aiutato a ripercorrere tutta la storia della ditta. In lei, tra una telefonata e l’altra a disbrigarsi con la clientela, abbiamo subito colto l’energia e la dinamicità che da sempre è stato il marchio di questa famiglia: ci è bastato vedere la rapidità e il passo svelto, da un piano all’altro, con cui è andata a cercare e consegnarci i vecchi documenti sulla storia secolare della società e della sua famiglia, per rendersene conto.
Una famiglia patriarcale, di sani principi, attaccatissima ai valori e al lavoro, tradizionale, che è sempre rimasta legata alle sue origini. Ad esempio, l’impostazione del negozio e della sede sostanzialmente è rimasta la stessa di cento anni fa, salvo le necessarie ristrutturazioni e l’ampliamento di alcuni locali, con l’apertura, sul retro della palazzina, di un ampio parcheggio, con entrata da via Corcos, per accogliere e soddisfare le esigenze della clientela. Ancora in uso, invece, il bancone del negozio, sul quale si saranno appoggiati mani e gomiti di chissà quante centinaia di migliaia di clienti, quasi a non spezzare quel cordone ombelicale dal quale è partita la (fantastica) storia della società.
Una famiglia, peraltro, “allargata”, che ha accolto tutti i vari dipendenti che si sono avvicendati nel corso degli anni, come stretti collaboratori tutti chiamati per nome, con rapporti sempre cordiali e di reciproco rispetto.
Anche questa è una gran bella storia!
La “Enrico Fiorillo S.r.l.” oggi è più che mai un nome di prestigio sul territorio per quanto riguarda le forniture tecniche industriali e navali. Tra i clienti della società livornese ci sono compagnie come Moby, Toremar, Tirrenia, la raffineria Eni (già ai tempi in cui si chiamava Stanic), lo stabilimento Solvay e l’ASA. In questi ultimi anni si sono aggiunti altri colossi, a partire dall’Azimut-Benetti, leader mondiale nella cantieristica navale (gli yacht che escono dal cantiere di Livorno sono veri e propri gioielli commissionati dai più facoltosi imprenditori esteri), per proseguire con la Gestione Bacini Spa, il cui gruppo, peraltro, è presieduto da Marco Fiorillo
La grande abilità dei successori è stata proprio la capacità di diversificare i settori delle forniture: in cento anni di storia il mercato è variato molte volte, e come gli abili marinai sanno prevedere il cambiamento del tempo dal vento, i dirigenti hanno sempre adeguato l’offerta in base alle nuove esigenze del mercato, rinnovando continuamente il magazzino.
La vendita al dettaglio e all’ingrosso, varia su un catalogo di oltre 50mila articoli, dalla strumentazione ai ricambi industriali originali (come i cuscinetti essendo la Fiorillo concessionaria SKF da oltre 80 anni), dalla utensileria varia all’abbigliamento antinfortunistica e così via, tanto che è sorto il detto popolare che “se non ce l’ha Fiorillo, a Livorno non lo trovi!”.
La qualità dei prodotti, i prezzi che ‘stanno sul mercato’ e il supporto tecnico alla clientela, sono poi gli altri ‘segreti’ che hanno fatto crescere la ditta e occupare quel ruolo che il sig. Enrico si era prefisso quel lontano 1° gennaio del 1923.
C’è anche un motto che ben sintetizza i grandi passi compiuti dalla società livornese: “Ognuno di noi - hanno sempre sostenuto i Fiorillo - non ha messo solo il cervello, ma anche il cuore”.