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I radiocronisti anni ’70. Che nostalgia!

In principio erano i radiocronisti del calcio, cioè raccontavano in diretta le partite del gioco più bello del mondo.

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In principio erano i radiocronisti del calcio, cioè raccontavano in diretta le partite del gioco più bello del mondo. Avevano inventato, insomma, il calcio via etere. Il primo, il maestro, fu Nicolò Carosio (1907-1984), di Palermo, che iniziò le radiocronache  alla  Eiar con i mondiali del 1934 vinti dall’Italia. Famoso il suo “quasi gol” ma anche “in un improvviso capovolgimento di fronte…”. Era successo che la squadra avversaria stava attaccando ma lui, in radio, stava descrivendo un’azione di attacco dell’Italia per dimostrare che si stava dominando, così quando, di lì a poco,  gli avversari fecero gol lui se la cavò con “…in un improvviso capovolgimento di fronte...”.

Nel 1954 passò naturalmente alla TV per dare la voce, fuori campo, alle partite di calcio, ma fu anche lo speaker numero uno di “Tutto il calcio” in radio, dal 1960  fino al 1970. Causa la cresima del figlio, nel ’48, aveva rinunciato ad andare a Lisbona con il Grande Torino e gli andò bene perché l’aereo, al ritorno, andò a schiantarsi contro la Basilica di Superga. 

Nel centenario della sua  nascita, nel 2007, le Poste Italiane emisero un francobollo con la sua immagine, l’immagine del cantore del calcio.

L’altro maestro fu Nando Martellini, romano, (1921-2004), che entrò all’Eiar nel 1944, fu radiocronista dal 1946, diresse “Tutto il calcio” dal 1960 al 1967 quindi passò al piccolo schermo. Chi non ricorda il suo “campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo” ai mondiali del 1982, in Spagna? Voce inconfondibile, amata, con la quale abbiamo trascorso ore felici e ore amare a seconda delle vittorie o  sconfitte della squadra del cuore.

Con l’avvento della Tv si cominciarono a vedere le immagini del calcio la sera alle 7, con un tempo di una partita di serie A, ma a quell’ora conoscevamo i risultati grazie alle voci in radio-diretta. 

Nel 1959 alla redazione della Rai (Guglielmo Moretti capo redattore sportivo e Sergio Zavoli) si concepì una trasmissione radiofonica dove si prevedevano collegamenti con vari campi sportivi per descrivere la cronaca, e la prima trasmissione porta la data  10 gennaio 1960. Quel giorno i campi collegati erano tre: Milan-Juventus con la voce di Carosio, Bologna-Napoli con quella di Enrico Ameri e Alessandria-Padova con Andrea Boscione.

“Gentili ascoltatori, buongiorno…”. Era la voce di Roberto Bortoluzzi che dava inizio alla trasmissione e da quel momento era davvero domenica, da quel momento tornavamo ad essere ragazzi.  Quante liti con le fidanzate e le mogli che odiavano quella radiolina, poi aggiornata con l’auricolare attaccato al nostro orecchio che ci faceva sentire tanto James Bond, sia pure senza la mitica Aston Martin DB5.

E dopo quel magico “Gentili ascoltatori, buongiorno…”, durato fino al 1987, altre voci inconfondibili, quella dell’anzidetto Enrico Ameri e quella di Sandro Ciotti, poi Ezio Luzzi che trattava la serie B.

Enrico Ameri, nato a Lucca nel 1926, e Sandro Ciotti, nato a Roma nel 1928, con la voce un po’ alla Louis Armstrong, sono stati probabilmente quelli più amati. Amicissimi ma

    anche rivali sul lavoro, avevano fans dappertutto. L’Italia, si sa, fin dai tempi dei guelfi e ghibellini si è sempre divisa su tutto, Piola e Meazza, Coppi e Bartali, Rivera e Mazzola, Rossi e Biaggi e lo fu anche con Ameri e Ciotti.

Ameri era tanto bravo che fece addirittura la radiocronaca da Houston della missione “Apollo 11” e dell’allunaggio. Poi con Novella Calligaris condusse due edizioni del “Processo del lunedi” in TV, mentre Sandro Ciotti e Maria Teresa Ruta conducevano la “Domenica Sportiva”.  

Sandro Ciotti, diplomato in violino e autore di canzoni come “Veronica” cantata da Jannacci e “Volo” cantata da Peppino di Capri, ha condotto con successo anche il Festival di Sanremo. E quando sedette al pianoforte di Bruno Martino alla Bussola di Bernardini? Altra gente, altra stoffa.

Alla fine della domenica, poi, potevi apprezzare la “Domenica Sportiva” con quel mostro sacro che era Gianni Brera il quale, con un linguaggio forbito, che di più non si poteva, dava un tocco di nobiltà al calcio.

Massimo De Luca, nel 1987, estese in RAI il collegamento all’intera partita e la conduzione passò a un altro mito: Alfredo Provenzali, tifoso della Sampdoria. L’Italia sportiva continuava a fermarsi ad ascoltare il pallone via etere. Quando Provenzali andò a commentare le partite in cielo,  fu sostituito da Filippo Corsini.  Naturalmente con il calcio in diretta TV, i radiocronisti andarono scomparendo, oggi sopravvivono quelli delle radio locali che trasmettono il calcio delle categorie inferiori, o come diceva qualcuno… categorie minorili.

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Ci sono stati tanti altri telecronisti bravi e, fra tutti, voglio ricordare Sandro Piccinini, figlio di Alberto, giocatore della Juventus e della nazionale,  con le sue famosissime espressioni “sciabolata” o “brivido” o anche  “numero”, quest’ultima per descrivere una bella giocata da parte di un calciatore.  Poi voglio  ricordare anche Beppe Viola, Everardo Della Noce, Carlo Nesti, Bruno Gentili, Bruno Pizzul, Stefano Bizzotto, fino a Fabio Caressa ecc.

Fu negli anni ‘70 e ’80 che  in barba alla Rai monopolista nacquero gruppi privati con radio e tele cronisti capaci di collegamenti di fortuna, perfino dai balconi dei palazzi. Erano gli speaker-tifosi osannati quando trasmettevano in casa ma a rischio della propria incolumità in trasferta.

Tra questi va ricordato, per parlare di casa nostra, di Riccardo D’Ancona di Radio Flash, unitamente a Roberto Cipriani, di Radio Flash e Franco Ferretti che iniziò con Radio Rosa per poi passare allo stesso Radio Flash. Di quest’ultimo c’è da aggiungere che era già noto al pubblico sportivo essendo l’inviato, addirittura dal 1956,  del mitico Il Giornalino, che la domenica pomeriggio radunava al Chiosco Balloni in piazza Cavour centinaia di tifosi in attesa dell’uscita, fresca di stampa, del “foglio” che raccontava tutte le fasi del match degli amaranto (unico giornale in Italia ad uscire mezzora dopo il termine delle partite). Sempre per Radio Flash in seguito si sono apprezzate le “voci” dell’indimenticato Luciano Di Majo e di Gabriele Favilli.

Le radiocronache sono ora affidate all’‘inossidabile’ Massimo Brachini, prima con Radio Fragola, oggi con Radio Bruno, l’unico rimasto in sella a rappresentare quella magnifica troupe di radiocronisti locali.

Per quanto riguarda la televisione, spicca, su tutti, il nome di Vezio Benetti, da subito protagonista con le sue indimenticabili telecronache su Granducato. Come scordare le sue espressioni? “Ed è gol ed è gol ed è gol” oppure “Aiòòò” quando si correva il rischio di  subire gol. Era chiaramente contro corrente, ma che piacere ascoltarlo! “Bonaldi sei la fine del mondooo, mammamia ce là strippata”, “Portieree facci la presaaaaa”, “Che pellai!”, “Forza Livorno, forza ragazziiii”, “Il fischio dell’arbitro mi sembra un pò intasato”, “Ora ciai da patì un crognolo”, “O cosèèè?  il Livorno?… il Flamenco è!”, “Arbitrooo un cianno mia cresciuto a bucce di coomero èèè”.

Dopo Vezio, a Granducato si sono poi succeduti, tra gli altri, Fabrizio Pucci, lo stesso Franco Ferretti e Luca Salvetti, oggi in... tutt’altre cose ‘affaccendato’, nella sua nuova veste di sindaco della città che proprio in questi giorni ha festeggiato (auguroni!) il suo primo anno di mandato.

Oggi, al tempo del coronavirus, se hai avuto la fortuna di non perdere qualche parente o caro amico, prostrati tuttavia dalla solitudine, è accaduto di sentire tanta mancanza delle partite di calcio. Calcio che, finalmente, è tornato fra noi con un ritmo da brivido, addirittura ogni tre giorni su Sky e Dazn dove ci sono molti a dare la voce per descrivere i novanta minuti delle partite.

Cosaaaa? Qualcuno vuol paragonarli ai tenori come Carosio, Martellini, Ameri e Ciotti? “Ma mi faccia il piacere!”

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