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Editrice il Quadrifoglio
Livorno nonstop
Mensile di Attualità-Arte e Spettacolo rigorosamente Livornese
Unione Canottieri Livornesi
Un secolo di vita e di successi

Cento anni e non sentirli per niente. Per l’Unione Canottieri Livornesi, che quest’anno festeggia il secolo della sua fulgida (e medagliatissima) storia, è un traguardo di prestigio ma è anche un’età “importante” e non “veneranda”, perché le società sportive hanno il privilegio di non invecchiare mai e rinnovare perpetuamente la loro giovinezza grazie al ricambio generazionale dei ragazzi in una disciplina, peraltro, che non gode i favori del grande pubblico ma che rimane uno sport antesignano del movimento olimpico.
La storia dell’UCL, Stella d’Oro al Merito Sportivo, testimonia delle tante generazioni di atleti e dirigenti che hanno donato a questo sport e a questa società gli anni tra i più belli della loro vita, raccogliendo risultati di grande prestigio sia a livello nazionale che internazionale. Uno sport che ha sempre baciato i livornesi e le vicende dei mitici Scarronzoni ne sono l’esempio più lampante.
E allora stringiamoci attorno a questa festa che rappresenta anche uno spaccato di storia e di vita della nostra Livorno sotto l’aspetto sociale, educativo e storico e per questo parte integrante del patrimonio cittadino.
LE ORIGINI
Le origini dei canottaggio livornese, risalgono alla seconda metà dell’ 800, con la nascita nel 1876 della società Alfredo Cappellini, nel 1985 venne fondato il Club Nautico Il Remo, e nel 1908, fu la volta del Club Nautico Livorno, con sede proprio nelle stesse cantine ove oggi si trova l’Unione Canottieri Livornesi.
Queste tre società, nonostante alcune brillanti affermazioni in campo nazionale, incontravano non poche difficoltà nel portare avanti l’attività sportiva, fu così che nel 1915 si fusero la Cappellini e il Remo, e nel 1919 si unì loro il Club Nautico Livorno. E’ quindi da questa triplice fusione, operazione della quale fu tenace promotore Gino Benini, presidente del C.N. Livorno che nacque nel 1919 l’Unione Canottieri Livornesi, purtroppo non se ne conosce con certezza la data, ma solo il periodo, i primi dei mese di dicembre. Come colori sociali fu scelto il blu con banda bianca, la sede sportiva fu posta presso le cantine degli Scali D’Azeglio. Presidente venne eletto il Comm. Gino Benini, vice presidente Vincenzo Razzauti, direttore di voga Carlino Mazzanti.
I DUE MORI - Il 2 jole del 1925 era formato dai fratelli PierLuigi e Renzo Vestrini, “I due Mori”, un equipaggio che in pochi anni entrò nella storia del canottaggio: nel 1926 furono secondi ai campionati eu-
ropei; nel 1927 vinsero due titoli italiani nello stesso giorno, alterando il “due con “e il “due senza”, impresa che fu poi ripetuta a pochi giorni di distanza nei campionati europei.
Nel 1928 parteciparono alle Olimpiadi, ove furono eliminati in semifinale per un improvviso malore dei capo-voga; nello stesso anno vinsero però il titolo italiano nel “2 con”, impresa bissata nel 1929.
In appena 4 anni l’equipaggio arricchì il palmares della società con 3 titoli europei e 4 italiani.
Con i Vestrini si affacciò alla notorietà Cesare Milani, il loro timoniere del “2 con”, che tanti allori raccoglierà al timone degli Scarranzoni.
GLI SCARRONZONI
Nel 1928, Carlo Mazzanti formò un 8 jole con Cioni, Garzelli, Del Bimbo Guglielmo, Del Bimbo Mario, Barsotti, Nenci, Favilla, Tognaccini, al timone Mario Ghiozzi; nacquero così gli Scarronzoni.
Sotto questo nome, che andò a tutte gli equipaggi che si alternarono sull’otto, furono vinti dal 1928 al 1941: 12 titoli italiani, due titoli europei (nel 1929 a Bydgoszcz in Polonia, e 1937 ad Amsterdam), due medaglie d’argento alle olimpiadi di Los Angeles nel 1932 e Berlino 1936, tre secondi posti agli europei dei 1930, 1931,1933, e un terzo nel 1938, tre secondi posti ai campionati italiani del 1934, 1942,1947.


Gli Scarronzoni fanno parte della leggenda del canottaggio italiano, nessuno potrà scordare gli arrivi di Los Angeles e Berlino, l Bimbo, Alberto Bonciani, Vittorio Cioni, Mario Checcacci, Eugenio Nenci, Cesare Milani (timoniere), Giovanni Persico, Dante Secchi, Roberto Vestrini, Enrico Garzelli, Oreste Grossi, Enzo Bartolini, Ottorino Quaglierini, Dario Lavoratori, Antonio Colonnacchi, Ottorino Godini, Corrado Neri, Pio Manteri, Mario Magherini, Enzo Favilla, Renato Tognaccini, Mario Dei Bimbo, Raffaele Cioni, Dino Cecchi, Canzio Vivaldi, i fratelli Marino e Pescino Pescia, Malacarne, e il loro maestro Mario Ghiozzi che fu anche Commissario Tecnico Unico del canottaggio Italiano.
In quell’epoca memorabile, la società conquistò altri titoli italiani, nel 1936 con il 2 senza, nel 1929 e nel 1934 nell’otto jole e poi tante altre vittorie in regate nazionali e internazionali.
IL DOPO GUERRA
Con il 1941 si chiuse un periodo irripetibile: due medaglie d’argento alle Olimpiadi, cinque titoli europei, 24 titoli italiani.
Nel 1946, dopo gli eventi bellici, si riaprì la sede, furono sostituite le barche, si riprese a vogare, e si tentò di formare un nuovo otto senza però riuscire a centrare i risultati del passato.
Nel 1949 tuttavia un nuovo otto vinse il Campionato Italiano del Mare ed il titolo junior con l’equipaggio composto da Cecchi, Savi, Unico Marroncini, Magherini, Fiorini, Balleri, Basoni, Palmerini, tim. Langella; dieci anni dopo l’otto juniores si ripeté ancora, con l’equipaggio composto da Bollati, Raveggi, Giusti, Del Bimbo, Menicagli, Umberto Marconcini, Brondi, Citi, tim. Langella
Dopo la scomparsa di Mario Ghiozzi e Cesare Milani, agli allenamenti degli equipaggi si avvicendarono Secchi, Persico, Unico Marconcini, Canzio Vivaldi, Alvaro Rossetti, al timone era passato Elio Langella, e poi Umberto Ceccarelli
Negli anni ‘60, atleti livornesi, in forza a gruppi sportivi militari, si riaffacciarono alle regate internazionali: Luciano Ciucci olimpionico di Roma 1960, Vinicio Brondi campione europeo con l’otto della Marina Militare nel 1961, lo stesso Brondi e Egidio Valli, nel 1962, partecipiarono ai campionati mondiali nell’otto.
LA CANOA
Si arriva al 1963, un anno importante per la storia dell’Unione Canottieri Livornesi dettata dalla nascita di una nuova sezione, quella dedicata alla specialità della canoa. Pian piano, tra molte perplessità e scetticismo, i due allenatori Vincenzo Raveggi e Claudio Kamisky, preparano gli equipaggi che a partire dal 1964 andranno ad imporsi in campo nazionale. Nei primi 15 anni di attività sono ben 19 i titoli italiani tra junior e senior, vinti dagli equipaggi biancoazzurri dei quali fanno parte: Renzo Kamisky, Paolo Bruno, Paolo Malacarne, Emilio Bardi, Nedo Scardigli, Franco Perullo, Piero Palagi, Alberto Ughi, Paolo Lepori, Pierduilio Puccetti.
A partire dagli anni ‘70, i canoisti livornesi cominciano ad affacciarsi sullo scenario delle competizioni internazionali più importanti come i campionati mondiali e i giochi olimpici, dove spicca il quarto posto ottenuto da Alberto Ughi nel K4.
Nel 1976, Claudio Kaminsky diventa responsabile nazionale per la canoa olimpica, incarico che terrà fino al 1979, mentre Pierduilio Puccetti e Paolo Lepori partecipano alle Olimpiadi di Montreal
ANCORA CANOTTAGGIO ALLA RIBALTA
Dopo un periodo di appannamento la società trovò nuova linfa. In campo nazionale gli equipaggi dell’Unione Canottieri Livornesi conquistarono vari titoli: nel doppio (1973,74,76,77), nel singolo (1976) e nel quadruplo (1976 e 1977). Anche per i canottieri biancoazzurri si aprì il sipario internazionale: il doppio di Ferrini, Biondi, nei campionati mondiali fu sesto nel 1974 a Lucerna e ottavo nel 1975 a Nottingham.
Biondi, nel frattempo passato alle Fiamme Gialle, fu sesto ai mondiali di Amsterdam nel 1977 e dodicesimo in Nuova Zelanda nel 1978.
Ai Giochi Olimpici di Montreal furono ancora Ferrini, settimo
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