Villa Pendola.

27 Feb 2024 | Autore: Bruno Damari, EDIFICI STORICI

L’originale scatto di Paolo Damari mette in bella mostra i blocchi di pietra dalle magi­che sfumature messi a pro­tezione del moletto di Anti­gnano e della massicciata lato terra; in alto foto svetta in­vece l’ex Villa Pendola, com­pletamente ristrutturata e tra­sformata oggi in eleganti unità abitative.

L’immobile fu costruito nel 1855 ad opera di Pampaloni e Pellegrini per conto della fa­miglia Del Nero. La proprietà passò poi alla famiglia Ciampi e, in seguito, all’Istituto Ope­ra Pendola di Siena che vi aprì nel 1935 una succursale del­la scuola per sordomuti.

In realtà, Livorno accolse molto prima, nel 1815, in un antico convento dei Frinita­ri, uno dei primi istituti in Ita­lia per sordi (il sesto dopo Roma, Napoli, Genova, Mi­lano e Torino, quindi il primo in Toscana) ma fu chiuso dopo tre anni per mancanza di adeguati spazi.

Villa Pendola, al contrario, era dotata di attrezzatura confa­cente per la riabilitazione e l’articolazione della parola e disponeva di strumenti acu­stici elettronici, così come la scuola era attrezzata per l’educazione dei bambini in età prescolare i quali, dopo aver concluso il loro ciclo nella scuola materna, si trasfe­rivano all’Istituto di Siena per la prosecuzione degli studi. La gestione del complesso di Antignano era affidata alle suore di Carità di San Vincen­zo, che organizzavano pure, in luogo, una colonia estiva per i sordomuti, grazie alla vi­cinanza del mare.

Ciò andò avanti fin quando (siamo negli anni Settanta) l’Istituto fu costretto a chiu­dere sia per la diminuzione dell’affluenza dei non udenti ma, soprattutto, per l’inseri­mento degli stessi nelle scuole ordinarie.

Villa Pendola continuò tutta­via la sua recettività quando la struttura passò in affitto al Comune di Livorno che la utilizzò non solo come ples­so scolastico (materna, ele­mentari e medie), ma anche come distretto socio-sanita­rio, uffici per i vigili urbani e circoscrizione.

Ma alla fine degli anni Novan­ta quando il continuo lievita­re del canone di affitto, gli imponenti costi di manuten­zione e pure quelli relativi al personale, già dell’Istituto se­nese ma che il Comune do­vette giocoforza accollarsi, fecero sì che tali cifre diven­nero insopportabile per le stesse casse dell’Ammini­strazione, tanto che fu data la disdetta del contratto. Da allora, anche a causa del­l’estinzione dell’ente senese e di intralci burocratici e con­tenziosi giuridici, l’ex Villa Pendola rimase in balia dei vandali e dei ladri per una decina di anni (si portarono via ogni ben di Dio, decapi­tando anche le numerose sta­tue presenti nel vasto giardi­no), fin quando non è stata completamente recuperata e restaurata da un prestigioso investimento immobiliare..